scrivere è per me innanzitutto una cura. non è solo un'attività terapeutica stile dottor S. che dice a Zeno di scrivere per esaminare le sue manie, ma è prendersi cura.
in primo luogo è prendermi cura di me.
questo è il motivo per cui ho sempre avuto molta difficoltà a trovare il tempo per scrivere: perché è un atto sostanzialmente egoistico. che toglie tempo alla famiglia (quindi ho scritto favole per avere la scusa che era un dono alle mie figlie). che toglie tempo alla casa (quindi ho scritto una specie di bildungsroman facendo finta che fosse un saggio di storia dell'arte, così mi sembrava che fosse ricerca).
e così via.
in realtà voglio proprio scrivere. perché mi fa stare bene.
e, a essere sincera, mi piace anche se qualcuno mi legge, anche se qui subentra una lieve ansietta da prestazione. ma ce ne faremo una ragione.
infine, siccome fra scrivere e trovare un editore il passo è lungo, io non ho tempo di cercare editori e invece so fare un piccolo sito web, ho deciso di tentare questa soluzione.
che non è del tutto di ripiego, perché rispecchia abbastanza il mio modo di pensare, che unisce testo e immagini (d'altro sono storica dell'arte, eh), e soprattutto che procede per collegamenti laterali più che per una sequenza lineare.
un signore molto più stimato di me aveva sistemato la sua conoscenza in un atlante visivo organizzato per associazioni tematiche o stilistiche.
da circa vent'anni il web è stato parte consistente del mio lavoro. e la rete per me è cosa buona (non quella che ti intrappola, ma quella che ti salva quando cadi giù dal trapezio del circo).
J.D. Noske, Circus Mikkenie. Trampoline, 1948