fughe

l'estate degli insegnanti è lunga.

i famosi tre mesi di ferie che iniziano il 15 luglio e finiscono il 20 agosto, intervallati da quelle riunioni fatte on line a inizio agosto affinché a settembre tutto sia pronto.

ma, sì, in effetti l'estate è lunga.

soprattutto è lunga l'estate dei figli. che non sanno cosa fare, che si stancano del mare, che mugugnano quando i loro amici sono via per le ferie dei genitori. che vorrebbero stazionare in casa a leggere se va bene o a perdersi dentro youtube.

è lungo stessa spiaggia stesso mare, quando ormai sai tutto della vita privata dei tuoi vicini di ombrellone, e ti è passata anche la curiosità sociologica. o quando il bambino che piange non ti fa più pensare che magari ha troppo caldo e dovrebbero tenerlo a casa o almeno all'ombra, ma pensi all'iconografia di Erode da Giovanni Pisano in poi.

quindi a agosto iniziano le fughe. la ricerca di nuovi orizzonti.


Marina di Pisa

Marina di Pisa è un luogo strano. è il mare dei veri pisani di Pisa, di città. è un borgo abitato, anche d'inverno, non una località di villeggiatura come Tirrenia, che d'estate diventa caciarona e sguaiata e d'inverno si spopola.

il lungomare di Marina di Pisa ha le case di fronte alla passeggiata e la passeggiata di fronte al mare. 

quando c'è libeccio forte (forte, quello che sa fare dalle nostre parti), i ciottoli bianchi arrivano diretti sulle finestre, e bisogna chiudere le imposte per evitare che le sassate spacchino i vetri.

Marina di Pisa è démodé. tranne qualche piccolo orrore, la maggior parte delle case sono villette attaccate piano terra e primo piano, ora spesso frazionate. di quelle con la porta di ingresso in sala, così che quando fa caldo e si vuole fare corrente, i passanti allungano il naso per vedere dentro.

ci sono ristoranti direttamente sul mare, di quelli un po' anni sessanta, con i nomi tipo "Il Gambero Rosso", "Nettuno", "Tritone" e "Il Peschereccio", con l'insegna colorata e scritto sotto specialità di mare. poi magari il pesce è congelato, ma si va per il fresco.

ma il ritmo è più lento.

i negozi sono pochi. sono nelle strade dietro, e sono i negozi che servono a chi ci abita, il ferramenta, l'alimentari, la cartoleria. i negozi dello shopping sono a Pisa.

e dentro ci sono i condomini brutti, quelli che hanno riempito lo spazio tra le case della gente bene sul lungomare e il villaggio stile INAcasa per gli operai delle industrie che stavano lì (la Spica, qualche ramo della FIAT).

a Marina si viene per prendere il fresco d'estate o il sole d'inverno, facendosi venire quel lieve mal di testa del pasteggiare a vino bianco sotto il sole invernale.

soprattutto non ci sono stabilimenti balneari, ma quegli ombrelloni variopinti e sconclusionati delle persone che si portano il loro, che stanno fino a dopo cena, e che fanno il bagno alle 10 prima di rientrare in una Pisa micidiale e in una casa senza aria condizionata.

c'è meno rumore. perché la passeggiata è sul mare, e non chiusa tra una strada dove i bimbetti sciamano bestemmiando verso il luna park e i vialetti di accesso agli stabilimenti balneari emanano sentori di fritto e piano bar, di bidoni della spazzatura al sole e cene sul mare.

sto iniziando ad apprezzare marina anche d'estate. il che è segno inequivocabile di vecchiaia.


Quercianella

Quercianella è il mare della tarda giovinezza. forse è per questo che mi piace tanto andarci.

il mio mare dell'infanzia è Antignano, in uno stabilimento balneare dove osservavo, dal basso dei miei sei anni di differenza di età, i grandi che facevano cose che io non potevo fare: il bagno al largo, bivaccare al bar, camminare scalzi. una ritualità fatta di borse frigo con pasti completi e invidia per i sandwich di una mia amica. massaggi a mia madre e alle sue amiche con litri di creme protezione zero, di quelle che andavano di moda negli anni Settanta.

il mare dell'adolescenza, dopo qualche breve incursione sugli stabilimenti livornesi di città - Lido, Pancaldi, pochissimo Fiume, sono stati gli scogli.

per me il mare iniziava da Castel Boccale in poi, spostandosi a seconda degli anni e delle compagnie di poche centinaia di metri, ma sempre tra le curve del Romito, quelle rese note dal Sorpasso di Dino Risi.

Prima o poi, una fuga a fare un bagno vero, di quelli col tuffo, prima della fine dell'estate, lo devo fare.

Quercianella è la tarda giovinezza. quando già ti sposti in auto, devi trovare un posto con parcheggio sostenibile (il Romito in auto impone orari non da giovani). il moletto è comodo quando già il fisico non è proprio proprio da scoglio.

sono le chiacchiere con l'amica storica, la quasi compagna di banco, con cui è nata una sinergia di sguardi da quando eravamo nella stessa fila dei compiti di greco (ah, i compiti a file! ora secondo me ti farebbero sei ricorsi alla settimana, perché non sono prove uguali!).

l'acqua fredda, per qualche strano giro di correnti che sbucano dalla punta di Castel Sonnino. un tempo sempre vento più forte che a Antignano (e infatti i velisti di Quercianella erano considerati più bravi e più robusti a reggere il vento). ora non è più così, spesso a Quercianella è calma piatta.

ma, nonostante il vento, Quercianella non ha onde, solo piccole increspature che invitano comunque a fare il bagno nuotando davvero.

ci sono scogli, e ricci, e granchi. l'ultima volta che ci avevo fatto un bagno, le mie figlie girottolavano fra paguri e più toscani gangilli.

stavolta il bagno è stato lungo, tardo, fino al tramonto ormai velocissimo di fine agosto.